Ah… ma è Pungitopo?!

Quante volte, nel preparare i nostri addobbi natalizi, o decorando qualche bigliettino d’auguri ci imbattiamo nell’immagine di questa pianta ricca di bacche rosse che accompagna il calore delle nostre feste. Ma siamo proprio sicuri si tratti del vero Pungitopo? Dovete sapere che in effetti la sua identificazione ad un occhio poco esperto non risulta sempre così facile, confondendo spesso questa pianta, il Ruscus aculeatus , con una a lei apparentemente molto simile, l’Agrifoglio! L’Agrifoglio (Ilex aquifolium) detto anche Aquifoglio o Alloro spinoso , presenta in effetti tratti simili: le foglie pungono, i frutti sono costituiti da piccole sfere rosse che raggiungono la maturazione proprio in questo periodo dell’anno. Tuttavia questa pianta afferisce ad una famiglia completamente diversa rispetto a quella del Pungitopo ovvero alle Aquifoliaceae, comprendente per lo più specie arboree, sempreverdi con foglie coriacee e spiralate, localizzate nelle regioni tropicali e subtropicali. I fiori sono unisessuali o ermafroditi e si evolvono nel frutto rosso che più propriamente viene definito drupa (e non bacca!), poiché all’interno contiene un seme legnoso.
All’interno di questa famiglia si annoverano poche specie di interesse, tra cui l’Ilex paraguariensis, originario dell’America tropicale da cui si ricava una bevanda caffeinica, il matè e il nostro amato Agrifoglio, che si riscontra nel territorio italiano per lo più nelle faggete, dove si è rifugiato nel corso di sconvolgimenti climatici quaternari e che oggi viene spesso usato come ornamento nel periodo natalizio. A tutt’altra famiglia appartiene invece il vero Pungitopo, detto anche Rusco, caratterizzato da sporgenze appuntite che non sono affatto foglie come nel caso dell’Agrifoglio, bensì fusti modificati chiamati cladodi che terminano con il cosiddetto mucrone, una sorta di spina. La foglia in realtà si trova proprio al centro del cladode dove è possibile scorgere una piccola macchiolina marroncina. Il Rusco a differenza dell’Agrifoglio è un arbusto di medie dimensioni appartenente ad una famiglia completamente differente: si tratta delle Asparagaceae, una gruppo di piante che in primavera produce germogli edibili detti propriamente asparagi selvatici. Si tratta generalmente di specie dioiche ovvero che separano i sessi, nel caso del Rusco infatti, la pianta portante i frutti rossi è di genere femminile.
Un tempo in realtà questa famiglia non veniva considerata a se stante ma fatta afferire ad una più ampia, quella delle Liliaceae, cui ne fanno parte piante molto conosciute come l’Aglio, la Cipolla, il Colchico, il Giglio, il Mughetto e altre… Tutte sono accumunate dalla possibilità di mettersi in relazione con l’elemento terra attraverso tuberi, rizomi e bulbi ricchissimi di acqua, mucillagini e zolfo. Quest’ultimo sale fin su nel dominio aereo e si sprigiona nelle tipiche essenze forti e penetranti di queste piante. Nell’Asparago in particolare la parte sotterranea si asciuga e diviene più legnosa conquistando spazio nella parte aerea con imponenti fusti; l’asparagina contenuta nel rizoma e nei germogli ha la capacità di aumentare gli scambi gassosi dell’organismo sostenendo il metabolismo basale, divenendo un potente diuretico. In effetti, il campo di azione in generale delle Liliaceae risulterebbe proprio la sfera metabolica. Tornando al nostro Pungitopo, rimane però ancora aperta una domanda: perché Pungi-topo? Semplice, perché punge i topi! In passato veniva infatti utilizzato dai contadini per proteggere le dispense alimentari proprio appunto dai topi. Si tratta oggi di una pianta protetta in molte regioni a causa dell’eccessivo utilizzo da parte della popolazione a scopo ornamentale durante le festività natalizie, pertanto ne è ahimè, severamente  vietata la raccolta.
A cura della Dott.ssa Silvia Marchetto.